PISA - Antiche case aggrappate ad una collina che s'innalza per 250 metri sul livello del mare. Da qui la vista spazia a 360 gradi per cogliere i gioielli di uno degli angoli più belli della Toscana: Volterra con le sue mura etrusche, le dolci colline di Peccioli, Chianni e Terricciola, la Valdera che si congiunge fino quasi a confondersi con la Valdicecina che già odora d'aria di mare.
Questo è Lajatico, il paese natale di Andrea Bocelli, la cui voce, dal Teatro del Silenzio, ha raggiunto ieri sera in mondovisione i cinque continenti. Quella "j", così inusuale nella toponomastica italiana, testimonia una antica origine longobarda, come spiega il sindaco di questo borgo di 1.350 anime, Fabio Tedeschi, che è anche presidente del Teatro del Silenzio. Tedeschi, assieme ad Alberto Bocelli, fratello minore di Andrea, ad Alberto Bartalini, architetto in Lajatico, ed allo stesso Andrea, è riuscito a trasformare per una notte questo borgo nell'ombelico del mondo. Il Teatro del Silenzio è appena più a valle, in una sorta di anfiteatro naturale che si apre sulla vallata dove, in lontananza, si erge ben visibile Volterra. Un allestimento leggero, tra cipressi e gelsomini, in mezzo a campi di cereali ancora giallo oro per la recente trebbiatura che contrastano con il verde degli olivi e dei filari di vite.
Nessun intervento invasivo o non rispettoso dell'ambiente. Bandito il cemento, solo il legno della pedana del palcoscenico di quella della platea e delle assi che fanno da seduta sulle gradinate, ottenute per terrazzamento. Per sfondo un laghetto, che i contadini del posto hanno da sempre usato come abbeveratoio e che ieri sera ha ospitato una testa blu in vetroresina che lo scultore Igor Mitaraj ha voluto mettere a disposizione dell'amico Andrea Bocelli. Ieri sera, da questo Silenzio, Bocelli ha dato voce - applauditissimo - alle note più belle di Puccini, Mascagni, Rossini, Verdi, assieme al soprano Paola Sanguinetti ed al baritono Gianfranco Montresor, accompagnato dall'Orchestra Filarmonica Italiana di Piacenza (con cui il tenore ha già collaborato, sia in tournée che in sala d'incisione) e dalla Società corale pisana, sotto la bacchetta del maestro Marcello Rota.
Oggi come per magia tutto questo sparirà; l'anfiteatro naturale tornerà ad essere quello che sempre è stato, una terrazza affacciata su uno degli angoli più belli della Toscana. Da oggi questo luogo recupererà il suo antico silenzio, che sarà interrotto tra un anno, quando la voce di Bocelli risuonerà di nuovo per queste vallate con un nuovo spettacolo.
È antico il legame tra Lajatico e i Bocelli, una vecchia famiglia di proprietari terrieri che con le generazioni hanno cambiato il volto di questa terra, coprendola di vigneti, oliveti e campi coltivati, valorizzando il patrimonio degli antenati. I loro possedimenti al Poggioncino e a La Sterza, dove Andrea ancora oggi va a cavallo, producono oggi vini come il rosso Terra di Sandro, che portano il sapore toscano nel mondo.
Andrea è cresciuto qui e la gente del posto, «quando lo incontra, oggi che è famoso in tutto il mondo - racconta il barbiere del paese, Franco Tedeschi, che è anche padre del sindaco - evita di parlargli dei suoi successi, perchè questo lo fanno tutti, noi preferiamo parlare con lui dei luoghi e dei volti del passato, dei vecchi sapori, di tutte quelle cose, insomma, che compongono i suoi ricordi di ragazzo ed a cui lui è ancora così profondamente legato».
Ed il concerto di ieri sera, in ricordo di suo padre Sandro, "Il grande assente" cui Bocelli ha dedicato un proprio scritto in apertura di serata, è una testimonianza indelebile di questo legame.
Questo è Lajatico, il paese natale di Andrea Bocelli, la cui voce, dal Teatro del Silenzio, ha raggiunto ieri sera in mondovisione i cinque continenti. Quella "j", così inusuale nella toponomastica italiana, testimonia una antica origine longobarda, come spiega il sindaco di questo borgo di 1.350 anime, Fabio Tedeschi, che è anche presidente del Teatro del Silenzio. Tedeschi, assieme ad Alberto Bocelli, fratello minore di Andrea, ad Alberto Bartalini, architetto in Lajatico, ed allo stesso Andrea, è riuscito a trasformare per una notte questo borgo nell'ombelico del mondo. Il Teatro del Silenzio è appena più a valle, in una sorta di anfiteatro naturale che si apre sulla vallata dove, in lontananza, si erge ben visibile Volterra. Un allestimento leggero, tra cipressi e gelsomini, in mezzo a campi di cereali ancora giallo oro per la recente trebbiatura che contrastano con il verde degli olivi e dei filari di vite.
Nessun intervento invasivo o non rispettoso dell'ambiente. Bandito il cemento, solo il legno della pedana del palcoscenico di quella della platea e delle assi che fanno da seduta sulle gradinate, ottenute per terrazzamento. Per sfondo un laghetto, che i contadini del posto hanno da sempre usato come abbeveratoio e che ieri sera ha ospitato una testa blu in vetroresina che lo scultore Igor Mitaraj ha voluto mettere a disposizione dell'amico Andrea Bocelli. Ieri sera, da questo Silenzio, Bocelli ha dato voce - applauditissimo - alle note più belle di Puccini, Mascagni, Rossini, Verdi, assieme al soprano Paola Sanguinetti ed al baritono Gianfranco Montresor, accompagnato dall'Orchestra Filarmonica Italiana di Piacenza (con cui il tenore ha già collaborato, sia in tournée che in sala d'incisione) e dalla Società corale pisana, sotto la bacchetta del maestro Marcello Rota.
Oggi come per magia tutto questo sparirà; l'anfiteatro naturale tornerà ad essere quello che sempre è stato, una terrazza affacciata su uno degli angoli più belli della Toscana. Da oggi questo luogo recupererà il suo antico silenzio, che sarà interrotto tra un anno, quando la voce di Bocelli risuonerà di nuovo per queste vallate con un nuovo spettacolo.
È antico il legame tra Lajatico e i Bocelli, una vecchia famiglia di proprietari terrieri che con le generazioni hanno cambiato il volto di questa terra, coprendola di vigneti, oliveti e campi coltivati, valorizzando il patrimonio degli antenati. I loro possedimenti al Poggioncino e a La Sterza, dove Andrea ancora oggi va a cavallo, producono oggi vini come il rosso Terra di Sandro, che portano il sapore toscano nel mondo.
Andrea è cresciuto qui e la gente del posto, «quando lo incontra, oggi che è famoso in tutto il mondo - racconta il barbiere del paese, Franco Tedeschi, che è anche padre del sindaco - evita di parlargli dei suoi successi, perchè questo lo fanno tutti, noi preferiamo parlare con lui dei luoghi e dei volti del passato, dei vecchi sapori, di tutte quelle cose, insomma, che compongono i suoi ricordi di ragazzo ed a cui lui è ancora così profondamente legato».
Ed il concerto di ieri sera, in ricordo di suo padre Sandro, "Il grande assente" cui Bocelli ha dedicato un proprio scritto in apertura di serata, è una testimonianza indelebile di questo legame.